Le storie di animali ci restituiscono il vero senso della vita, che è sacra in tutte le forme in cui si manifesta. Sono storie di incontri tra anime.
Altroché cibo o oggetti. Gli animali sono esseri senzienti e intelligenti con una propria personalità. Sono individui, proprio come noi. Ce lo ricordano una volta in più le loro storie. Che siano storie di vite salvate da un destino orribile, o di animali che da sempre vivono liberamente.
Conosci la storia di Filomena? Le galline, proprio come qualsiasi altro essere senziente, hanno interessi, desideri e personalità. Alcune sono timide, altre invece socievoli e gregarie. Riconoscono i loro nomi. Hanno la capacità di pensare, trarre conclusioni, applicare la logica e pianificare in anticipo. Eppure per molti sono solo macchine per produrre uova e una volta stremate e non più in grado di farlo, carne da macello. Ma tra gli umani c’è chi non la pensa così. Guarda la storia di Filomena!
C’è anche la storia a lieto fine dell’agnellina Olivia sottratta al macello, e che ora vive felice al Rifugio Miletta.
E poi ci sono i racconti di Rosamund Young nel suo libro La vita segreta delle mucche. Sono le storie degli animali che vivono nella sua fattoria. Prendiamo ad esempio Meg. “Quando Genietta, anche lei una Ayrshire, ebbe la seconda figlia […] disse alla neonata che era splendida e la piccola le credette. Arrivò l’inverno, il fango diventò un problema quotidiano e Meg fece capire chiaramente che detestava sporcarsi i piedini color mogano. E un giorno, non si sa bene come, riuscì a salire una decina di stretti gradini in pietra di Costwold e a issarsi sul granaio. Così, una fredda mattina d’inverno la vedemmo affacciarsi al piano di sopra, sbadigliando e guardandosi intorno come per valutare se valeva la pena alzarsi e scendere da basso. Aveva trascorso una notte molto confortevole sul pianale di legno del granaio, lontana dal fango, dagli spifferi e da certi prepotenti che la molestavano. Noi avevamo lasciato aperta la porta del granaio perché ‘sapevamo’ che nessun bovino sarebbe mai stato in grado di salire le scale. In seguito Meg insegnò lo stesso trucchetto ad altre due sue amiche e quindi cominciammo a mettere fieno e acqua anche al piano di sopra”.
E che dire delle pecore? Le parole di Jeffrey Moussaieff Masson nel suo libro Il maiale che cantava alla luna, sono inequivocabili. “Se chiamata per nome, una pecora risponde proprio come fa un cane. Elizabeth Arthusson, che ha vissuto per molti anni con le pecore e le ama infinitamente proprio per quello che sono, racconta quanto sono buffe quando le chiama per nome: le corrono incontro saltellando tra i trifogli con ‘tutti e quattro gli zoccoli contemporaneamente sollevati da terra di qualche centimetro’. Quanto alla voglia di giocare, sono pochi gli animali che possono competere con gli agnelli quando fanno le capriole in un pascolo o giocano a rincorrersi. I piccoli saltano, piroettano e si inseguono in gruppo. Come i cani con il loro inchino, anche gli agnelli possiedono un gesto specifico per invitare un compagno a giocare: saltano in verticale scalando con le zampe posteriori. E’ una richiesta inconfondibile: vieni a giocare con me”.
Storie di animali. Storie di incontri tra anime umane e non umane. La prova che la vita è sacra e va rispettata in tutte le forme in cui si manifesta.
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