Foresta in fiamme per l'articolo Se il Brasile brucia, il Pianeta muore

Se il Brasile brucia, il Pianeta muore

Le fiamme che bruciano l’Amazzonia non sono un problema solo per il Brasile, ma per l’intero Pianeta. E sono legate a doppio filo con quello che mettiamo nel piatto.

Sai perché il Brasile sta bruciando? L’industria della carne, così come tutti gli allevamenti intensivi, non solo è crudele e spietata con gli animali, ma è del tutto insostenibile. Ed è proprio l’industria della carne la responsabile della distruzione dell’ecosistema in Brasile. Ma quello che sta succedendo in Brasile, non riguarda solo il Brasile. Mette a rischio la vita stessa del Pianeta. E quindi anche la tua. Se la foresta continua a bruciare infatti tra pochi anni ci saremo giocati i polmoni verdi del Pianeta.

La foresta del Brasile in pasto al business degli allevamenti intensivi

In Amazzonia, la foresta pluviale più importante del Pianeta, gli incendi e la deforestazione vanno di pari passo. Molti degli incendi, denuncia Greenpeace, dimostrano in maniera chiara come l’avanzata dell’agricoltura industriale nella foresta sia stata l’anticamera degli incendi. Spesso per far spazio a pascoli e a colture intensive per i mangimi. E tutto questo con conseguenze drammatiche per l’ambiente, la biodiversità e per il clima.

Con l’aumentare degli incendi aumentano infatti le emissioni di gas serra. E la deforestazione dovuta all’Agribusiness, che produce dal 12 al 20% delle emissioni di gas serra, è tra le principali cause del riscaldamento globale. Se da un lato infatti la deforestazione diminuisce in maniera critica la capacità delle foreste di trattenere e trasformare la CO2, dall’altro le trasforma addirittura in fonti di emissione di anidride carbonica in atmosfera. Un vero e proprio crimine ambientale.

L’Agribusiness ha fatto del Brasile il primo produttore di soia in assoluto. Ne produce circa 200 milioni di tonnellate all’anno e la esporta in tutto il mondo. Lo sapevi che il 91% è destinato a mangimi e farine per il consumo animale? Solo il 6% è destinato al consumo umano, il restante 3% al combustibile biodiesel.

L’Italia ad oggi ne importa 1,3 milioni di tonnellate da destinare principalmente ai mangimi nell’industria dell’allevamento. Secondo le stime riportate dalla Camera di Commercio, riporta Animal Equality, la metà di questa soia arriva solo ed esclusivamente dal cuore del Brasile.

Ecco perché le fiamme che bruciano l’Amazzonia non sono un problema solo per il Brasile, ma per l’intero Pianeta. Nell’Amazzonia brasiliana, denuncia Greenpeace, fra gennaio e luglio di quest’anno sono stati dati alle fiamme oltre ottomila chilometri quadrati.

A tutto questo si accompagnano poi le gravi violazioni dei diritti delle popolazioni indigene, che continuano a lottare per difendere l’integrità delle foreste – la loro casa – e i propri diritti.

Deforestazione illegale, abusi oltre ogni immaginazione sugli animali, violazione dei diritti delle popolazioni indigene: l’industria degli allevamenti intensivi è insostenibile, da ogni punto di vista.

Che cosa puoi fare tu?

Scegli un’alimentazione amica degli animali e del Pianeta.

E se ancora non lo hai fatto firma la petizione di Animal Equality. La petizione chiede ai membri del Congresso Nazionale del Brasile e ai responsabili politici di tutto il mondo di intraprendere azioni specifiche che costringano il settore dell’allevamento brasiliano, e non solo, a rispondere dei propri crimini contro gli animali e contro il Pianeta.

E non dimenticare la petizione di Greenpeace per chiedere all’UE una normativa per fermare il commercio di materie prime prodotte distruggendo le foreste.

Ricorda: se stai dalla parte degli animali e del Pianeta stai dalla tua parte, sempre.

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