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Allevamenti di salmone: l’industria dell’orrore

Deformità, infestazioni di parassiti e alti tassi di mortalità: questo è ciò che emerge dall’indagine guidata dal CIWF negli allevamenti di salmone in Scozia.

Il materiale raccolto nell’indagine è una testimonianza delle condizioni gravissime in cui vivono i salmoni negli allevamenti ittici in Scozia. Le immagini mostrano animali stipati a migliaia in gabbie anguste e sovraffollate, dove nuotano apatici e senza meta in acque torbide. Il grado di sofferenza di questi animali che in natura, non dimentichiamolo, sono dei pesci migratori, è inimmaginabile.

Le immagini di denuncia sono a dir poco scioccanti. Mostrano salmoni deformi e malati a cui mancano gli occhi e grandi pezzi di carne, letteralmente divorati dai pidocchi di mare. Sai che cosa fanno i pidocchi di mare? Sono parassiti che si nutrono della pelle, del sangue e del muco dei pesci. L’intensità della sofferenza di questi animali è tale, denuncia Essere Animali, che la mortalità in allevamento può raggiungere addirittura il 25%.

Ecco che cosa emerge dall’inchiesta “Gabbie subacquee, parassiti e pesci morti: perché è necessaria una moratoria sull’espansione dell’allevamento dei salmoni in Scozia” guidata dall’Organizzazione Compassion in World Farming (CIWF), e rilasciata da una rete globale di ONG in 30 paesi. Tra queste anche Essere Animali e Animal Equality.

Il CIWF ha condotto indagini su 22 allevamenti utilizzando sia i droni sia, in 6 allevamenti, i sommozzatori. Gli allevamenti visitati dagli investigatori appartengono a 5 aziende: Cooke Aquaculture, Grieg Seafood, Mowi, Scottish Sea Farms e The Scottish Salmon Company. Queste 5 aziende gestiscono oltre il 96% della produzione totale di salmone scozzese. Questo significa che quello che emerge dall’indagine non rappresenta casi isolati, ma un problema strutturale che riguarda l’intera industria.

L’impatto ambientale degli allevamenti industriali di salmone

Non solo l’allevamento industriale del salmone è crudele con gli animali, ma è insostenibile anche per l’ambiente. I rifiuti organici e chimici degli allevamenti di salmone scozzesi infatti, sottolinea Animal Equality, stanno cambiando la chimica dei sedimenti. Cosa che rende di fatto impossibile la vita sui fondali. Non solo. Nell’ambiente marino vengono rilasciati anche antibiotici e insetticidi. Molti di questi sono tossici sia per i pesci e gli altri organismi marini, sia per gli uccelli e i mammiferi.

Inoltre, l’allevamento di pesci carnivori, come il salmone, è responsabile di gran parte della pesca industriale nei nostri oceani già impoveriti. Milioni di tonnellate di pesce catturato in natura sono infatti ridotte a farina e olio di pesce per nutrire quelli degli allevamenti intensivi.

Ma i pesci non sono cibo, sono esseri senzienti

Ricerche, tra cui quelle di Lynne Sneddon dell’Università di Liverpool, mostrano come i pesci provano emozioni e dolore. Non solo. Il modo in cui i pesci avvertono il dolore e quello in cui lo sentiamo noi, sono molto più simili di quanto si possa immaginare. E il salmone dell’Atlantico non fa eccezione.

La biologa marina Sylvia Earl una volta affermò “Non mangio mai qualcuno che conosco personalmente“. Si riferiva ai pesci e alle loro sorprendenti personalità.

Espansione dell’industria del salmone: insostenibile

La Scozia è il terzo produttore mondiale, dopo Norvegia e Cile, di salmone atlantico d’allevamento. Solo nel 2019 ha prodotto quasi 38 milioni di pesci. Mentre l’Italia è tra i primi dieci mercati di destinazione in Europa di salmone atlantico allevato in Scozia.

La Scozia esporta il salmone in oltre 50 paesi. Ma nonostante l’elevato volume di produzione annuale il governo scozzese ne ha pianificato un’ulteriore espansione massiccia entro il 2030. Un’iniziativa dannosa e insostenibile che deve essere fermata.

Per questo motivo le organizzazioni della coalizione italiana e internazionale hanno rivolto un’azione diretta al governo scozzese. La richiesta è che venga approvata al più presto una moratoria sull’espansione di questa industria crudele che metta fine alla sua crescita incontrollata.

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