Spiaggia inquinata dalla plastica

Perché la plastica usa e getta può farti molto male

Lo sapevi che mangiamo plastica? La stessa plastica che soffoca i nostri mari e uccide spietatamente i pesci, finisce di nascosto anche nella nostra pancia. Non ti spaventa? L’unico modo per difenderti da questo pericolo è dire NO all’usa e getta. Perché? Il tempo di qualche riga e ti sarà tutto più chiaro

Ti fidi di quello che mangi? A volte sulle etichette degli alimenti ci sono ingredienti poco comprensibili. Ma forse non è la parte più preoccupante. Non sapere se può esserci qualcosa in più rispetto a quello che c’è scritto, questo sì che potrebbe essere inquietante. E proprio la plastica potrebbe essere quell’ingrediente in più.

Lo sapevi che ogni settimana mangiamo fino a 2000 micro frammenti di plastica? Circa 5 grammi, l’equivalente di una carta di credito per darti un’idea. E’ il risultato di uno studio condotto dall’Università Newcastle su commissione del WWF. In pratica ogni anno senza saperlo mangiamo ben 260 grammi di plastica. 

E c’è di più. Per quanto riguarda le particelle più piccole, le nano plastiche, la rivista Ecoscienza riporta un dato che desta non poca preoccupazione. Su alcuni pesci questi frammenti hanno prodotto effetti nocivi sul sistema nervoso danneggiandolo e provocando alterazioni del comportamento. Orribile quello che stiamo facendo agli animali. E se valesse anche per noi?

Se vuoi scoprire perché l’unico modo per difenderti dai pericoli dell’inquinamento da plastica è dire NO senza se e senza ma alla plastica monouso, leggi questo articolo. Sono sicura che grazie a quello che leggerai ti verrà più immediato e spontaneo evitare di comperare prodotti che utilizzano plastica usa e getta.

Ecco come entra nella tua pancia

Difficile crederlo perché non si vede. Ma è così. La plastica si nasconde in quello che mangiamo normalmente.

In una ricerca condotta da Greenpeace in collaborazione con l’Università sudcoreana di Incheon sono stati messi a confronto 39 campioni di sale marino, di miniera e di lago, provenienti da diversi paesi tra cui l’Italia. I risultati, pubblicati sulla rivista Environmental Science & Technology, hanno dimostrato che il 90% dei campioni presentava tracce di polietilene, polipropilene e polietilene tereftalato (Pet), ossia i tipi di plastica più comune dei contenitori e degli imballaggi usa e getta.

Ma non finisce qui. La rivista Ecoscienza scrive come tracce di microplastica sono state ritrovate nei frutti di mare, negli alimenti ricavati dai pesci e anche da quelli ricavati dai polli e dai suini da allevamento per via dei mangimi di origine ittica (da quando polli e suini mangiano pesce?) E’ stata ritrovata nell’acqua sia in bottiglia che in quella del rubinetto e persino nella birra.

Quando la parola plastica si fa ancor più insidiosa

La parola microplastica non mi è piaciuta fin da subito. Quel micro suona così sinistro. Qualcosa che non vedi e che abbinato alla parola plastica fa pensare a qualcosa di ancora più terribile. 

Ma che cosa sono le microplastiche? L’Autorità Europea per la sicurezza alimentare definisce microplastiche le particelle di dimensioni comprese tra i 5 millimetri e gli 0.1 micrometri. Un micrometro equivale a un milionesimo di metro. Con le nano plastiche si parla addirittura di grandezze dell’ordine del miliardesimo di metro. Stiamo parlando di un qualcosa che sfugge completamente al nostro controllo.

Servono dai 3 ai 10 anni per la trasformazione della plastica in microplastica. Un periodo molto breve, se ci pensi. Ci siamo dentro fino al collo.

E sai quanta plastica finisce nei mari del pianeta ogni anno? 13 milioni di tonnellate è il dato riportato dalla rivista Ecoscienza. E con la plastica finita ad oggi in mare, afferma Greenpeace, si può fare addirittura 400 volte il giro della terra. 400 VOLTE IL GIRO DELLA TERRA. Ho provato a contare i giri… è mostruoso. Ancora più terribile se pensi a quello che succede alla plastica nel giro di 10 anni.

Poi c’è quella che in mare arriva già come microplastica. E’ quella utilizzata nella cosmesi e nei prodotti per la cura personale: i famosi microgranuli. A questa si aggiunge quella presente nei detersivi e nelle vernici.

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Gabbiano con guanto di plastica nel becco

Mangiarla non è un gioco

Ma che effetti produce tutto questo sulla nostra salute? Che la presenza di microplastiche in quello che mangiamo e beviamo sia tutt’altro che rassicurante lo dimostra l’attenzione che le agenzie di controllo stanno dedicando sempre più a quella che è diventata una vera e propria emergenza, visto tra l’altro quello che sta succedendo ai pesci.

Proprio in tal senso l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare programma colloqui scientifici per approfondire le conoscenze in materia di esposizione umana alle micro e nano plastiche e per chiarirne gli effetti tossici sulla salute.

La rivista Ecoscienza sottolinea come la pericolosità delle microplastiche può dipendere anche dal solo fatto che potrebbero trasportare all’interno del corpo microrganismi patogeni o altri inquinanti come i metalli pesanti. E sappiamo che sono pericolosi per la salute.

In attesa di studi scientifici più dettagliati un dato di fatto suggerito dal buon senso credo lo si possa comunque considerare: la plastica non cresce sugli alberi e non è un prodotto che si coltiva. Non contiene carboidrati, proteine, vitamine, grassi. Perché mangiarla? 

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Come quella del Pianeta la tua salute non è usa e getta

Allora ti fidi di quello che mangi? Se non vuoi correre rischi per la tua salute metti al bando la plastica usa e getta. Puoi farlo ovunque ti trovi. Al bar come al supermercato. Scegli di non usare la plastica monouso a partire dalle bottiglie. Può sembrare complicato all’inizio, in realtà è una bella sfida che puoi vincere con le scelte che già fai nella vita di tutti i giorni. 

Potrai non crederci ma il tuo contributo è davvero prezioso perché rende più efficace l’azione di chi è impegnato su questo fronte anche a livello internazionale, come la coalizione Break Free From Plastic: ben mille e ottocento organizzazioni impegnate nelle attività di pulizia per liberare l’ambiente dai contenitori e dagli imballaggi di plastica monouso.

E sai chi li produce? Le multinazionali, le uniche a guadagnarci vien da dire perché di sicuro l’inquinamento da plastica non giova né agli animali, né all’ambiente né a te.

Se non vuoi correre rischi per la tua salute non comperare la plastica usa e getta. Stai dalla tua parte e da quella del pianeta e vedrai che non tornerai più indietro.

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